IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA «TARÎQA»
LEZIONE SPIRITUALE (MUDHAKARA) DEL MESE
(Nr. 13)
(6 Aprile 2013)
Argomenti:
IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA
«TARÎQA»
di sidi Abdul Mughith Basir
I FONDAMENTI (USUL)
DELLA NOSTRA TARIQA
di Shaykh Sidi Mustafà Bassir
ZÂWIYA BASSIRIYYA
Italia
(Tarìqa Bassiriyya-Darqawiyya-Shadhiliyya)
In nome di Allàh, Misericordioso e Clementissimo
Allàhumma1 (Oh Dio) prega sul nostro sayyid2 Muhammad e sulla sua Famiglia e sui suoi Compagni e rivolgi loro il saluto di pace.
Cari Fratelli e Sorelle in Allàh, assalamu ‘alaykum wa rahmatu-Llàhi wa barakàtu-Hu, abbiamo selezionato come ogni Mese una raccolta di Ahàdith (detti del Profeta) e di Articoli preziosi come, insegnamento, alimento per nostri i cuori, e aiuto per il nostro cammino (suluk) sulla Via Spirituale (Tariqa) che porta ad Allàh, Lui è il nostro fine, Gloria a Lui l’Altissimo. «La Lode spetta ad Allàh, che ci ha guidati a ciò (alla Fede, all’Islam e a questo incontro), noi non saremmo stati capaci a ben orientarci se Allàh non ci avesse guidati» (Corano 7,43)
LEZIONE (Mudhàkara)3 DEL MESE (nr. 13) – Sabato 06 Aprile 2013
ZÀWIYA BASSIRIYYA (Italia)
Significato della parola Tariqa
I Fondamenti (Usul) della nostra Tariqa
ILSIGNIFICATO DELLA PAROLA «TARÎQA»
di sidi Abdul Mughith Basir 4
Molti avranno sentito nominare la parola «tarîqa», che nel suo significato terminologico si riferisce a un particolare Gruppo (o ‘Ordine’) di Sufi. Sebbene vi siano, com’è noto, differenti Gruppi di Sufi, e quindi diverse Turuq (plurale di tarîqa), molte persone, nel sentire la parola ‘tarîqa’, non esitano a esprimere giudizi affrettati, basati perlopiù su nozioni stereotipate ed erronee. Ed è così che molti attribuiscono a tutte le Turuq dei sufi, indistintamente, i peggiori tipi di eresie e d’innovazioni eterodosse, arrivando talvolta ad accusare i Sufi di apostasia.
Questi giudizi vengono sovente espressi da persone che non conoscono neppure bene le realtà di cui stanno parlando, e che non hanno alcuna conoscenza in fatto di ‘metodi’ e dottrine sufi, e che ignorano i concetti di «tarbiya»5 (educazione spirituale), «sulûk»6 (percorso spirituale) e «tazkya al-nafs»7 (processo di purificazione della nafs).
Le critiche di quelle persone si basano puramente su nozioni giuridiche e religiose derivate dalla Sharì’a (Legge sacra islamica). Spesso questi individui non si prendono neppure la briga di approfondire lo studio delle Turuq sufi e della loro storia. Un tale atteggiamento superficiale porta naturalmente a disconoscere il notevole contributo che le Turuq sufi hanno avuto nella storia dell’Islam.
Ma torniamo al significato della parola «tarîqa».
Alla lettera, la parola «tarîqa» significa «via», «percorso», «condotta», e ancora «modo d’essere», per cui si dice, ad esempio, “quella persona è ancora sulla stessa tarîqa di prima”, intendendo dire che è ancora delle stesse idee, o che ha ancora lo stesso comportamento. Oppure si dice anche che “il tizio ha una buona tarîqa” (tariqa hasanat), intendendo dire che ha una buona condotta, che è su una buona strada. E così pure la parola tarîqa si può usare per dire che uno ha imboccato una cattiva strada.
Allàh l’Altissimo usa la parola ‘tarîqa’ nel Sublime Corano (sura al-Jinn 72, vers.16): «Se si manterranno sulla retta via (tarîqa), Noi li disseteremo di acqua abbondante.»
Nella terminologia specifica dei Sufi, una tarîqa è un Gruppo o ‘Ordine’ che viene connotato dal nome del loro Shaykh. Così, le principali Turuq sufi nel mondo prendono il nome dallo Shaykh di cui seguono la via (tarîqa).
Il criterio più sicuro per riconoscere una tarîqa sufi autentica (potremmo dire ortodossa) è la verifica se la tarîqa ha un metodo di purificazione della nafs (tazkya al-nafs) e di contemplazione di Allàh (muràqaba)8 com’è il caso delle principali Turuq. In realtà, ciascuno di questi metodi si può descrivere con la stessa parola tarîqa, che per l’appunto significa anche ‘metodo’. Una descrizione più precisa di tarîqa, in questo stesso senso, è: il metodo utilizzato dallo Shaykh, o ‘educatore’ (murabbi), e dai suoi discepoli per la purificazione della nafs (tazkya al-nafs), ovvero l’eliminazione dalle impurità e i peccati della nafs, sia esteriori che interiori, come Allàh (gloria a Lui l’Altissimo) ha detto nel Sublime Corano:
(zàhiri l-ithm wa bàtinih)
Nella maggior parte dei casi, il metodo impiegato per ottenere questo scopo consiste in forme di dhikr (ricordo di Allah), attraverso formule rituali (awràd e wazà’if)9,che il murid recita assiduamente [e con regolarità], secondo le istruzioni dello Shaykh. L’importanza del dhikr Allàh è confermata anche dal fatto che lo dhikr rafforza la fede (imàn) e consente a chi lo recita di elevarsi di molti gradi (darajàt)10.
Molto importante ai fini della purificazione è anche la frequentazione dello Shaykh, e il rimanere con lui per determinati periodi, così da poter beneficiare della sua compagnia (suhba)11 .
Per giudicare della legittimità delle tecniche sufi è sufficiente rifarsi agli insegnamenti della Legge sacra islamica (Sharì’a). Per cui, quelle tecniche o metodi che sono conformi alla Sharì’a sono quelle che, appunto, derivano dal Sublime Corano e dalla Sunna del Santo Profeta (salla Allàhu alayhi wa sallàm).
Queste sono le tecniche corrette, mentre quelle che si allontanano dal Corano e dalla Sunna, ovvero non rispettano i loro principi, sono delle aberrazioni.
L’assiduità e l’impegno che un mussulmano mette nel seguire le pratiche spirituali per ‘purificare la propria anima (nafs)’ (tazkya al-nafs), sono giustificati dalla pratica dei primissimi mussulmani, compagni (sahàba) del Profeta (salla Allàhu alayhi wa sallàm), come pure dei loro successori (tàbi’ìn).
E non dimentichiamoci che costoro sono il modello che noi dobbiamo seguire.
Lo Shaykh murabbi che guida i discepoli, deve possedere alcune caratteristiche, come hanno descritto i Sapienti (Ahl al-‘ilm): deve essere sia ‘alim (colui che conosce), sia ‘amil (colui che mette in pratica), deve avere taqwa (timor di Dio) e avere warà (lo scrupolo religioso), deve essere devoto (salih) e deve avere un buon comportamento (khuluq). E ancora: deve essere in possesso, per poter ricoprire la carica di Shaykh, di una autorizzazione ricevuta dal proprio Shaykh Murabbi, con tanto di genealogia/catena spirituale scritta.
Wa al-hamdu li-Llah rabbi al-’alamin
Abdel Mughith Bassir
Marzo 2013- Zawiya sidi Ibrahim al-Bassir (Marocco)
I FONDAMENTI (USUL) DELLA NOSTRA TARIQA (Via iniziatica)
“AS-SHADHILIYYA – AL-MUHAMMADIYYA”
Parole scritte da Shaykh Sidi Mustafà Bassir (ra)
(tratte da una sua lettera del 15 giugno 2004]
1. IL TIMORE DI ALLAH (taqwà Allàh), in segreto e in pubblico
2. SEGUIRE LA SUNNA, nelle parole e negli atti
3. NON CHIEDERE ALLA CREATURE, nella prosperità (iqbàl) e nella povertà (idbàr)
4. ESSERE SODDISFATTI (ridà) DI ALLAH, nel poco (qalìl) e nel molto (khatìr)
5. IL RITORNO AD ALLAH nella buona sorte (sarà), e nelle avversità (dharà’)
Fratelli miei, la nostra appartenenza alla Tarìqa (Via) delle Genti di Allàh (Tariqa Ahl-Allàh) [gli iniziati], la nostra fuga per andare verso Allàh, ci obbliga ad essere fedeli e sinceri nel nostro cammino (siràt) al quale apparteniamo. Dicono i signori (sàdàt): «Ad-dunyà (il mondo terreno) è la casa di chi è senza casa, ed è l’appagamento per chi non ha l’intelletto sano (‘aql)». Il girarsi (fissare la nostra attenzione) verso altro che non sia Allàh ci separa e ci allontana da Lui, e alla fine diventa un impedimento per il nostro cammino (spirituale) come dicono i nostri signori (sàdàt): «Al faqir (il bisognoso di Dio, chi segue una Via Spirituale) che guarda costantemente a destra e a sinistra [che si distrae], non arriverà mai».
Perciò fratelli vi consiglio di chiudere gli occhi e di non guardare ciò che succede intorno a noi, di chiudere le orecchie a tutto il rumore che ci circonda [cioè non prestare interesse e attenzione a tutto ciò che ci circonda] e come ha detto il nostro Shaykh Sidi Mulay Al-‘Arbì ad-Darqàwì (che Allàh sia soddisfatto di lui): «Il faqir (colui che è sulla Via) che non ferma la sua vista e il suo udito (verso il mondo) non potrà camminare assieme a noi».
Dice Allàh: «Allàh non ha messo nel petto dell’uomo due cuori» (mmà ja’ala Allàhu li-rajulin min qalbaini fì jaufihi). (Corano Sura Al-Ahzab 33, v.4). L’occhio del cuore è uno solo, (fàl-qàlbiluhu’ain wàhadat) e se si orienta (l’occhio) del cuore verso una direzione, l’altra direzione gli è nascosta completamente. Ci sono due amori che non possono coabitare (trovar posto) in uno stesso cuore, l’amore per questo basso mondo (dunyà) e l’amore per il mondo dell’aldilà (akhira), ad eccezione dell’uomo che ha rinunciato al mondo (dunyà) completamente e ha guadagnato l’aldilà (akhira) con la sua sincerità. Per costui Allàh può mettergli il mondo (dunyà) al suo servizio, come ricompensa per la sua sincerità (ikhlàs) e la sua fedeltà sincera (sadiq), così, come è riportato nel hadith kudsi del Profeta sayyidinà Muhammad (su di lui le preghiere e la pace divine) dove ha detto: «O mondo (dunyà) sii il servitore (mettiti al servizio) di colui che Mi serve, e stanca (affatica) colui che ti serve» (yà dunyà akhdamì min khadamnì, wa ta’abì min khadamu-ka).
E Allàh è più Sapiente (Wa Allahu ‘Alìm)
E la lode spetta ad Allàh il Signore dei mondi (Al hamdu li-Lllàh rabbi l-‘alamìn
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Documento, traduzione e note, a cura di Umar A.F.
Zawiya Bassirya – (Verona) Italia
1 Jumada, 1434 Hegira – 06 Aprile 2013
1 «Allàhumma» è un caratteristico Nome divino ‘invocatorio’, secondo alcuni sarebbe formato dalla contrazione delle parole Allàh ummi-nà (‘Allàh vieni a noi!’). In un noto detto Al-Hasan afferma: “Chi dice Allàhumma e come se invocasse Allàh con tutti i Suoi Nomi”.
2 Il termine «sayyid» indica il ‘capo’ il ‘signore’, sia nel senso dell’aver acquisito certe qualità interiori che permettono di esprimere pienamente determinate virtù, sia nel senso dell’essere in una posizione di predominio sociale. Conformemente alle regole della “buona educazione spirituale” islamica (adàb) l’epiteto di sayyid è continuamente riferito al Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm), modello assolutamente perfetto dell’ “essere signore”, in tutti i sensi. Per contro la parola “Signore” riferita ad Allàh nella lingua araba è «Rabb».
3 «Mudhakàra» ha i seguenti significati: Conversazione spirituale, l’azione di ricordarsi reciprocamente le Verità Divine, Lezione su argomenti spirituali.
4 Sidi Abdel Mughith Bassir è laureato in Scienze islamiche all’Università di Damasco, con approfondimenti e tesi sul Tasawwuf, la parte più interiore e iniziatica dell’Islam, attualmente è Presidente degli Ulamà (Sapienti) della citta di Berrechid, che gestiscono gli affari Religiosi della zona, compreso le Moschee E’ figlio di Shaykh Sidi Mustafà Bassir (ra) e fratello di Mulay Ismail Bassir attuale Shaykh della Tariqa Bassirya e Responsabile della Zawiya di suo nonno, Sidi Ibrahim Bassir.
L’Articolo originale in arabo è stato preso dal sito della Tariqa Bassirya: http://albassiria.ma/articles-etudes/347—qq-.html . La Traduzione italiana è stata generosamente fatta da un fratello italiano. [Nota di Umar A.F.]
5 «Tarbiya» ha i seguenti significati: Educazione spirituale (nelle mani di un Maestro); l’educazione e la preparazione che il novizio (murid) riceve dal suo Maestro spirituale; formazione spirituale; termine la cui radice araba ha il significato di allevare, nutrire, far crescere e prosperare, [Nota di Umar A.F.]
6 «Sulùk» ha anche i seguenti significati: Percorso della Via (Tariqa); cammino iniziatico; progressione metodica spirituale nella Via (Tariqa) sotto la direzione di un maestro; Via spirituale; percorrere la Via iniziatica, incamminarsi verso Allàh. [Nota di Umar A.F.]
7 «Tazkiyat an-nafs» è la ‘purificazione’ dell’anima umana, grazie alla quale essa perde la sua intrinseca ribellione ad Allàh e al Suo comando. [Nota di Umar A.F.]
8 «Muràqaba» ha anche il significato di ‘vigilanza spirituale’; vigilanza del cuore; concentrazione; “la costante convinzione di essere osservati da Dio in tutte le situazioni in cui ci si trova (Jurjàni)” [Nota di Umar A.F.]
9 «Awràd» plurale di wird sono formule e orazioni rituali con invocazioni ad Allàh. «Waza’if» è un compito rituale di culto ad Allàh, [Nota di Umar A.F.]
10 «Darajàt» plurale di daraja (grado), descrive i gradi iniziatici e spirituali, che il murid (chi percorre una Via Tariqa) raggiunge nel suo percorso spirituale di avvicinamento ad Allàh. [Nota di Umar A.F.]
11 «Suhba» è la Compagnia spirituale; il diretto, personale contatto tra un Maestro spirituale e il suo discepolo; è stato il diretto, personale contatto tra il Profeta Muhammad ed i suoi Compagni. [Nota di Umar A.F.]